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Realtà virtuale per nuove esperienze formative

Realtà virtuale per nuove esperienze formative

Indice dei contenuti

L’applicazione della realtà virtuale per nuove esperienze formative si sta velocemente affermando. La nuova frontiera è il training delle soft skills. HRI ritiene che gli sviluppi più interessanti siano in ambito DE&I, leadership e coaching.

Realtà virtuale e augmented reality

Spesso, parlando di realtà virtuale, mettiamo insieme due concetti: realtà virtuale e realtà aumentata. Vediamo di definire meglio che cosa intendiamo:

  • La realtà virtuale (VR, Virtual Reality) è una tecnologia di realtà simulata. L’ambiente tridimensionale è realizzato al computer o catturato con obiettivi in grado di riprendere la scena a 360 gradi. Si usano particolari dispositivi, tra cui visori, auricolari e guanti/controller. VR è immersiva, isola l’utente dall’ambiente.
  • La realtà aumentata (AR, Augmented Reality), invece, potenzia la percezione del mondo che ci circonda con una serie di contenuti e informazioni. Ad esempio, ci sono App che permettono di “vedere” un prodotto (virtuale) poggiato su di un tavolo o indossare virtualmente dei vestiti.

Entrambe sono utilizzate nel training ma estrema sintesi:

  • L’AR ha dato prova di efficacia soprattutto nella formazione delle hard skills (attività tecniche come la manutenzione di un macchinario) .
  • La VR viene sempre più utilizzata per il training sulle soft skills.

Nerl seguito ci concentreremo sulla realtà virtuale per nuove esperienze formative. Infatti, VR consente di

  • Interagire nell’ambiente virtuale con varie persone e ruoli differenti;
  • Impersonare efficacemente qualcuno differente da noi dando vita ad una molteplicità di situazioni.
  • Creare ambienti diversi, localizzando la situazione: un ufficio, una sala riunioni, un magazzino, ecc.

Vantaggi della realtà virtuale per nuove esperienze formative

Un recente studio della società PWC sull’utilizzo della realtà virtuale What does virtual reality and the metaverse mean for training? ne ha mostrato i vantaggi. Nello studio sono stati coinvolti un migliaio di manager statunitensi divisi in tre macro-gruppi formativi: in presenza, e-learning, v-learning. I risultati sono decisamente degni di nota.

In generale, la crescita esponenziale delle applicazioni della VR al training ne sta facendo diminuire i costi. Per esempio, nel settore hôtellerie, è usata da Hilton nella formazione del proprio personale. Nell’automotive Stellantis ha intrapreso un percorso formativo che usa la VR in ambito logistico.

Minore tempo dedicato alla formazione

La formazione fatta attraverso la realtà virtuale richiede 4 meno tempo di quella fatta in classe. Ad esempio, 30 minuti di corso in realtà virtuale corrispondono a due ore di corso “tradizionale”.

Maggiore sicurezza nell’uso dei concetti appresi

Attraverso la realtà virtuale ci si può esercitare in un ambiente “sicuro” che consente prove ed errori. Pensiamo ad esempio alla necessità di dare un feedback negativo a un dipendente. Chi ha frequentato il corso VR sono più sicuri di mettere in pratica quanto appreso rispetto alla formazione in aula o in modalità e-learning (rispettivamente del 40% e 35%).

Elevato coinvolgimento emotivo

Il coinvolgimento emotivo, che sappiamo essere importante nell’apprendimento (per una panoramica sull’argomento si veda ad esempio Emotions and Learning di Reinhard Pekrun), è di gran lunga superiore – fino a 5 volte maggiore secondo lo studio Pwc – utilizzando la realtà virtuale.

Dimmi e io dimentico; mostrami e io ricordo; coinvolgimi e io imparo

Benjamin Franklin

Maggiore concentrazione

Durante i corsi siamo spesso impazienti, distratti dagli smartphone o semplicemente pensiamo ad altro.

Con l’apprendimento VR, vista l’immersività dell’esperienza, gli utenti si distraggono molto meno: sono 4 volte più concentrati rispetto all’e-learning e 1,5 volte più concentrati di chi segue il corso in aula.

Problematiche della VR

Dopo aver visto brevemente i vantaggi, cerchiamo di capire quali possano essere le problematiche della VR.

Per prima cosa bisogna affrontare il tema della cyber security creando una logica di accessi e un’architettura informatica sicuri.

In secondo luogo, quando la VR sia applicata da remoto o in diverse località contemporaneamente, c’è il problema della banda di trasmissione, purtroppo ancora molto presente in Italia. L’utilizzo di connessioni in fibra in questi casi è necessario.

Infine, bisogna avere una policy chiara e trasparente riguardo ai dati raccolti durante le sessioni e le successive elaborazioni.

Applicazioni e sperimentazione in HRI

HRI vuole creare un laboratorio sperimentale per utilizzare la VR nella formazione su DE&I, leadership e coaching.

Attraverso la creazione di luoghi e “persone” differenti, i partecipanti potranno sperimentare situazioni realistiche. Facciamo alcuni esempi. Pensiamo di dover interagire con una persona con disabilità (DE&I). Immaginiamo una simulazione di confronto “difficile” con il proprio responsabile (coaching), oppure la restituzione di un feedback ad un collaboratore (leadership).

La realtà virtuale, inoltre, consente di effettuare più agevolmente misure psicometriche (ad esempio la misurazione dei tempi di risposta) dando la possibilità di generare e analizzare dati per trovare degli insight. Attraverso le informazioni e gli insight potremo creare esperienze e percorsi formativi sempre più efficaci.

Siamo più che disponibili al confronto: se siete interessati a questi temi commentate il presente articolo o scriveteci (info@hrintelligence.it) per avere ulteriori informazioni.

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Mario Molinari

Mario Molinari

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