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Scopriamo i Key Behavioral Indicators (KBI) e perché sono così fondamentali

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Indice dei contenuti

Spesso ci è difficile comprendere perché si ottengano o non si ottengano certe performance in azienda: i Key Behavioral Indicators, o KBI, sono fondamentali per questa comprensione e per raggiungere risultati sempre migliori.

Vediamo cosa sono e come sfruttarli nelle HR.

Cosa sono i Key Behavioral Indicators

I Key Behavioral Indicators (KBI) sono metriche utilizzate per monitorare e misurare i comportamenti all’interno di un’organizzazione.

A differenza dei Key Performance Indicators (KPI), che si concentrano sui risultati finali, i KBI si concentrano sui comportamenti che portano a quei risultati.

I Key Behavioral Indicators (KBI) rappresentano un concetto emergente nella Behavioural Economics o Economia Comportamentale, utilizzato per monitorare e misurare i comportamenti che portano a determinati risultati all’interno di un’organizzazione.

I KBI nella Behavioral Economics

Nella Behavioral Economics, l’attenzione è rivolta a comprendere come le persone prendono decisioni reali, spesso influenzate da dei fattori psicologici e cognitivi come bias cognitivi, emozioni e limiti di razionalità. I KBI si inseriscono in questo contesto come strumenti per:

 

Identificare i comportamenti chiave: utilizzando i principi della Behavioral Economics, le organizzazioni possono identificare quali comportamenti specifici portano ai risultati desiderati. Ad esempio, si potrebbe scoprire che la frequente collaborazione tra team è un comportamento chiave che porta a un’innovazione più rapida.

 

Monitoraggio e valutazione: i KBI consentono di monitorare in modo continuo questi comportamenti chiave. Questo è importante perché, mentre i KPI (Key Performance Indicators) tradizionali misurano i risultati, i KBI forniscono una visione dei processi che portano a quei risultati, permettendo interventi tempestivi per correggere eventuali deviazioni.

 

Interventi comportamentali: le organizzazioni possono utilizzare tecniche di nudging1 e boosting2 per influenzare positivamente i KBI. Ad esempio, implementare promemoria e incentivi per promuovere la partecipazione a programmi di formazione continua.

Applicazioni dei KBI nell’Organizzazione

I KBI vedono moltissime applicazioni nelle organizzazioni, vale la pena di citare le seguenti.

  1. Formazione e Sviluppo

– KBI: Partecipazione ai programmi di formazione, applicazione delle competenze apprese.

– Interventi Comportamentali: Offrire incentivi per la partecipazione, utilizzare tecniche di gamification per rendere la formazione più coinvolgente.

  1. Collaborazione e Comunicazione

– KBI: Numero di incontri inter-team, qualità del feedback scambiato tra colleghi.

– Interventi Comportamentali: Riorganizzare gli spazi di lavoro per facilitare l’interazione, fornire piattaforme digitali che promuovano la comunicazione.

  1. Salute e Benessere dei Dipendenti

– KBI: Frequenza di utilizzo dei programmi di benessere aziendale, partecipazione a attività di promozione della salute.

– Interventi Comportamentali: Implementare promemoria regolari sui benefici del programma, offrire piccoli incentivi per la partecipazione.

  1. Innovazione e Creatività

– KBI: Numero di idee proposte per miglioramenti, partecipazione a sessioni di brainstorming.

– Interventi Comportamentali: Creare ambienti che stimolino la creatività, promuovere una cultura aziendale aperta al rischio e all’innovazione.

 I vantaggi dei KBI nell’Economia Comportamentale

Vediamo qualche vantaggio dell’adozione dei KBI in azienda:

Proattività: permettono di intervenire sui comportamenti in modo tempestivo, prima che si rifletta sui risultati finali.

Migliore Comprensione: forniscono una visione più dettagliata dei processi organizzativi, aiutando a comprendere meglio come e perché si raggiungono certi risultati.

Personalizzazione: gli interventi possono essere personalizzati in base ai comportamenti specifici identificati, rendendo le strategie di gestione più efficaci.

Un esempio pratico: la collaborazione tra team diversi

Immaginiamo un’azienda che desidera aumentare la produttività attraverso una migliore collaborazione tra i team:

  1. Identificazione dei KBI: l’azienda identifica come KBI il numero di progetti completati con successo tramite collaborazioni inter-team e la frequenza delle riunioni di coordinamento tra i dipartimenti.

 

  1. Monitoraggio: l’azienda implementa un sistema per monitorare questi indicatori, raccogliendo dati su quanto frequentemente i team lavorano insieme e sui risultati ottenuti.

 

  1. Interventi: utilizzando tecniche di nudging, l’azienda potrebbe organizzare eventi sociali per favorire la conoscenza tra i team, o modificare la disposizione degli uffici per incoraggiare le interazioni spontanee.

 

  1. Risultati: col tempo, i dati sui KBI mostrano un aumento delle collaborazioni inter-team e una correlazione positiva con la produttività complessiva dell’azienda.

Un ponte tra motivazione e risultati

Questo ruolo di “ponte” tra le persone e i risultati ha implicazioni potenzialmente può aiutare a comprendere e misurare relazioni complesse e non necessariamente dirette come, ad esempio, la relazione tra motivazione e performance.

kbi

Alcuni esempi di KBI possono includere:

Partecipazione ai Programmi di Formazione: misurare la percentuale di dipendenti che partecipano a sessioni di formazione e sviluppo professionale.

Collaborazione tra team: monitorare la frequenza e l’efficacia delle collaborazioni tra diversi team all’interno dell’organizzazione.

Feedback dei dipendenti: valutare la frequenza e la qualità del feedback dato e ricevuto tra i dipendenti e i manager.

I KBI sono utili perché permettono alle organizzazioni di identificare e promuovere i comportamenti che sono alla base delle performance eccellenti.

Se, come nell’esempio, una maggiore collaborazione tra team è associata a un aumento della produttività, l’organizzazione può implementare strategie per incentivare ulteriormente la collaborazione.

KBI: misurare per migliorare

In sintesi, i Key Behavioral Indicators (KBI) sono strumenti potenti all’interno della Behavioral Economics per migliorare la gestione organizzativa, focalizzandosi sui comportamenti che guidano i risultati.

Naturalmente abbiamo parlato di KBI (e di KPI) perché ciò che non si può misurare non si può migliorare: per HR Intelligence la relazione e la potenza combinata di KBI, KPI e HR Analytics è del tutto evidente.

Attraverso i KBI possiamo dare ancora più potenza e significatività ai nostri dati e misurare il cambiamento nei comportamenti che portano risultati concreti nella nostra organizzazione.

1 Nudging: tecnica che modifica l’ambiente decisionale per guidare le persone verso scelte desiderabili senza imporre obblighi.

2 Boosting: approccio che migliora le capacità e le conoscenze degli individui per aiutarli a prendere decisioni migliori in modo autonomo e informato.

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Mario Molinari

Mario Molinari

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